Ore 19.00
Sono all'ordine del giorno i seguenti argomenti:
1)Nomina del Vice Presidente della Commissione.
Viene nominato Rocco Riccardo (PD)
2)Area di proprietà Comunale sita in via Capri 16, di supeficie complessiva di mq 51 ca, mq 38 ad uso "verde privato" e mq 13 ad uso "passaggio". identificata al fg 368, a parte del mapp. 385. Richiesta parere per nuova locazione a favore della Sig.ra Pizzinato Clotilde.
Il parere della commissione è positivo.
3) Permesso di Costruire in via Stigliano s.n.c. - Parere del Consiglio di Zona 7
Manca il parere del Parco Agricolo Sud Milano e la commissione è favorevole.
4) Permesso di Costruire in via Novara 525.
Si tratta di costruire un corpo scala esterno con ascensore. La commissione approva.
alle 19.45 si dichiara chiusa la seduta.
domenica 31 luglio 2011
venerdì 29 luglio 2011
Banchetto ZeroPrivilegi al Parco delle Cave del 24 luglio 2011
Una giornata splendida dove alcuni cittadini attivi del MoVimento 5 Stelle (Alberto, Anna, Antonio, Elisabetta, Erica, Gaetano, Gianluca, Marco, Tiziano ed io) hanno informato i cittadini sui privilegi dei consiglieri regionali e raccolto le firme per cercare di diminuirli con una proposta di legge consultabile qui. Chi fosse interessato a firmare può andare al Comune di Milano in Piazza Stovani al 1° piano dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 14,00 alle 16,00 oppure al banchetto che faremo a settembre sempre al Parco delle Cave.
Finchè il tempo ce lo consentirà, faremo un banchetto una volta al mese all'ingresso del Parco delle Cave (Via Cancano) dove i cittadini potranno chiedere informazioni sull'attività del Consiglio di Zona 7 e sulle proposte elaborate dai gruppi di quartiere del MoVimento 5 Stelle.
Grazie Tiziano per il video! Da settembre occorre un cameraman per le riprese del Consiglio di Zona.... qualche volontario?
domenica 17 luglio 2011
Rifiuti: da business a risorsa!
Sui marciapiedi di Milano i cestini continuano a nascere come funghi, secondo voi è servizio utile per i cittadini o un modo per foraggiare l'inceneritore Silla 2 che ha sempre più fame di rifiuti?
Imboccando un sentiero all'Alpe di Siusi c'è un cartello che recita così: "Il cestino dei rifiuti? Qui possiamo farne a meno e ci riportiamo i nostri rifiuti a casa".... lo voglio anche qui!!!
Il terzo inceneritore si farà quando Silla 2 andrà alla massima capacità, quindi possiamo darci da fare per evitare che questo accada. A Melito di Porto Salvo in Calabria, la ASED ha lanciato un appello ai cittadini per sensibilizzarli sul tema della raccolta differenziata:
Anche qui dipende quasi tutto da noi. A breve dovrebbe partire la raccolta dell'umido e sarebbe un bel passo in avanti. Bisognerebbe capire poi se tutta la carta, la plastica e il vetro che differenziamo sono davvero destinati al riciclo (questo post pone qualche dubbio).
Serge Latouche ha elaborato un percorso (le 8 R) per fare in modo che anche il problema dei rifiuti possa essere risolto a monte:
Rivalutare. Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono esser cambiati. L’altruismo dovrà prevalere sull’egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull’ossessione del lavoro, la cura della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, il bello sull’efficiente, il ragionevole sul razionale. Questa rivalutazione deve poter superare l’immaginario in cui viviamo, i cui valori sono sistemici, sono cioè suscitati e stimolati dal sistema, che a loro volta contribuiscono a rafforzare.
Ricontestualizzare. Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità, creando artificialmente mancanza e bisogno, attraverso l’appropriazione della natura e la sua mercificazione.
Ristrutturare. Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da orientarli verso una società di decrescita. Quanto più questa ristrutturazione sarà radicale, tanto più il carattere sistemico dei valori dominanti verrà sradicato.
Rilocalizzare. Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Di conseguenza, ogni decisione di natura economica va presa su scala locale, per bisogni locali. Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico).
Ridistribuire. Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti. Predare meno piuttosto che “dare di più”.
Ridurre. Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta. La potenza energetica necessaria ad un tenore di vita decoroso (riscaldamento, igiene personale, illuminazione, trasporti, produzione dei beni materiali fondamentali) equivale circa a quella richiesta da un piccolo radiatore acceso di continuo (1 kw). Oggi il Nord America consuma dodici volte tanto, l’Europa occidentale cinque, mentre un terzo dell’umanità resta ben sotto questa soglia. Questo consumo eccessivo va ridotto per assicurare a tutti condizioni di vita eque e dignitose.
Riutilizzare. Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti e la continua “tensione al nuovo”.
Riciclare. Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.
Ad un banchetto al Parco delle Cave mi sono imbattuto in un progettista di inceneritori e alla sua domanda "dove dovremmo mettere i rifiuti non riciclabili se non nel termovalorizzatore?" ho risposto che la soluzione c'è! A Vedelago, in provincia di Treviso, è attivo un centro di riciclo che trasforma in materiale riutilizzabile anche ciò che non è riciclabile.
Per ora i rifiuti a Milano sono un business, speriamo che presto diventino una risorsa. Dipenderà tutto da noi!
Vi consiglio una piccola guida per ridurre la quantità di rifiuti: Zero Rifiuti.
Imboccando un sentiero all'Alpe di Siusi c'è un cartello che recita così: "Il cestino dei rifiuti? Qui possiamo farne a meno e ci riportiamo i nostri rifiuti a casa".... lo voglio anche qui!!!
Il terzo inceneritore si farà quando Silla 2 andrà alla massima capacità, quindi possiamo darci da fare per evitare che questo accada. A Melito di Porto Salvo in Calabria, la ASED ha lanciato un appello ai cittadini per sensibilizzarli sul tema della raccolta differenziata:
Anche qui dipende quasi tutto da noi. A breve dovrebbe partire la raccolta dell'umido e sarebbe un bel passo in avanti. Bisognerebbe capire poi se tutta la carta, la plastica e il vetro che differenziamo sono davvero destinati al riciclo (questo post pone qualche dubbio).
Serge Latouche ha elaborato un percorso (le 8 R) per fare in modo che anche il problema dei rifiuti possa essere risolto a monte:
Rivalutare. Rivedere i valori in cui crediamo e in base ai quali organizziamo la nostra vita, cambiando quelli che devono esser cambiati. L’altruismo dovrà prevalere sull’egoismo, la cooperazione sulla concorrenza, il piacere del tempo libero sull’ossessione del lavoro, la cura della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, il bello sull’efficiente, il ragionevole sul razionale. Questa rivalutazione deve poter superare l’immaginario in cui viviamo, i cui valori sono sistemici, sono cioè suscitati e stimolati dal sistema, che a loro volta contribuiscono a rafforzare.
Ricontestualizzare. Modificare il contesto concettuale ed emozionale di una situazione, o il punto di vista secondo cui essa è vissuta, così da mutarne completamente il senso. Questo cambiamento si impone, ad esempio, per i concetti di ricchezza e di povertà e ancor più urgentemente per scarsità e abbondanza, la “diabolica coppia” fondatrice dell’immaginario economico. L’economia attuale, infatti, trasforma l’abbondanza naturale in scarsità, creando artificialmente mancanza e bisogno, attraverso l’appropriazione della natura e la sua mercificazione.
Ristrutturare. Adattare in funzione del cambiamento dei valori le strutture economico-produttive, i modelli di consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita, così da orientarli verso una società di decrescita. Quanto più questa ristrutturazione sarà radicale, tanto più il carattere sistemico dei valori dominanti verrà sradicato.
Rilocalizzare. Consumare essenzialmente prodotti locali, prodotti da aziende sostenute dall’economia locale. Di conseguenza, ogni decisione di natura economica va presa su scala locale, per bisogni locali. Inoltre, se le idee devono ignorare le frontiere, i movimenti di merci e capitali devono invece essere ridotti al minimo, evitando i costi legati ai trasporti (infrastrutture, ma anche inquinamento, effetto serra e cambiamento climatico).
Ridistribuire. Garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso alle risorse naturali e ad un’equa distribuzione della ricchezza, assicurando un lavoro soddisfacente e condizioni di vita dignitose per tutti. Predare meno piuttosto che “dare di più”.
Ridurre. Sia l’impatto sulla biosfera dei nostri modi di produrre e consumare che gli orari di lavoro. Il consumo di risorse va ridotto sino a tornare ad un’impronta ecologica pari ad un pianeta. La potenza energetica necessaria ad un tenore di vita decoroso (riscaldamento, igiene personale, illuminazione, trasporti, produzione dei beni materiali fondamentali) equivale circa a quella richiesta da un piccolo radiatore acceso di continuo (1 kw). Oggi il Nord America consuma dodici volte tanto, l’Europa occidentale cinque, mentre un terzo dell’umanità resta ben sotto questa soglia. Questo consumo eccessivo va ridotto per assicurare a tutti condizioni di vita eque e dignitose.
Riutilizzare. Riparare le apparecchiature e i beni d’uso anziché gettarli in una discarica, superando così l’ossessione, funzionale alla società dei consumi, dell’obsolescenza degli oggetti e la continua “tensione al nuovo”.
Riciclare. Recuperare tutti gli scarti non decomponibili derivanti dalle nostre attività.
Ad un banchetto al Parco delle Cave mi sono imbattuto in un progettista di inceneritori e alla sua domanda "dove dovremmo mettere i rifiuti non riciclabili se non nel termovalorizzatore?" ho risposto che la soluzione c'è! A Vedelago, in provincia di Treviso, è attivo un centro di riciclo che trasforma in materiale riutilizzabile anche ciò che non è riciclabile.
Per ora i rifiuti a Milano sono un business, speriamo che presto diventino una risorsa. Dipenderà tutto da noi!
Vi consiglio una piccola guida per ridurre la quantità di rifiuti: Zero Rifiuti.
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